La coltivazione e l’uso della cannabis risale al 10.000 a.C., in Cina. Tuttavia, nel tempo la possibilità dell’utilizzo della cannabis è cambiato, sancito da regole, e inibizioni. Dagli inizi degli anni Novanta la ricerca sul sistema endocannabinoide e sul ruolo dei fitocannabinoidi ha dato nuovo credito a questa classe di composti. Interesse in campo scientifico si sono destate per la scoperta che i cannabinoidi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi, modulano il sistema nervoso e immunitario attraverso un complesso sistema di recettori e molecole di segnalazione chimica per alleviare dolore e infiammazione, regolano il metabolismo, supportano la funzione riproduttiva e lo sviluppo embriologico. Il sistema endocannabinoide, presente nell’uomo e molto diffuso nel regno animale, regola e controlla molte funzioni corporee come l’apprendimento e la memoria, l’elaborazione emotiva, il sonno, la temperatura corporea, l’alimentazione. Capirne gli effetti permette di segnare i confini di applicazione dei cannabinoidi in ambito clinico e di ricerca. Ad oggi ancora questi confini non sono stati marcati e sempre nuovi usi in ambito medico sono proposti ed in corso di studio. L’uso dei cannabinoidi è stato proposto per il Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD), l’ansia, l’emicrania, la fibromialgia, le malattie infiammatorie intestinali, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la psoriasi, l’osteoartrosi, i tremori e i disturbi del movimento. I cannabinoidi sono suggeriti anche in presenza di sintomi, non responsivi al trattamento tradizionale, tra cui dolore e spasticità. Il corso presenta le ultime scoperte in ambito preclinico e le ricerche sulle applicazioni proposte in ambito clinico, la differenza tra il sistema endocannabinoide nel regno animale e nell’uomo, il vivido interesse che nel corso degli anni ha suscitato questo sistema in ambito biochimico e farmacologico, la normativa legislatoria e le formulazioni galenico-farmaceutiche.