La cura del Diabete Mellito oggi ha a disposizione nuovi strumenti terapeutici, efficaci e dotati di buona sicurezza e tollerabilità. Il loro impiego razionale però non può prescindere da alcune considerazioni. La prima è che è necessario utilizzare queste nuove opzioni nella maniera più efficiente possibile dato il loro potenziale di spesa, in un periodo in cui la finitezza delle risorse disponibili appare sempre più evidente. La seconda è che, a parità di efficacia, la sicurezza dei nuovi farmaci è nettamente migliore rispetto ai vecchi, in particolare sul versante dell’ipoglicemia, a sua volta legata ad una elevata morbi-mortalità e forti incrementi dei costi diretti e indiretti, come numerose e recenti pubblicazioni dimostrano chiaramente. A questo si aggiunge una safety renale grandemente superiore per classi come i DPP IV, che risultano quindi impiegabili con buona sicurezza ed efficacia in pazienti con ridotta funzione renale. Questa caratteristica differenzia questa da altre classi (es. glinidi e sulfoniluree) le quali trovano invece specifiche limitazioni a causa del loro accumulo nel paziente nefropatico e al conseguente rischio di ipoglicemie e altri effetti avversi (es. interazioni farmacologiche), virtualmente assenti nei DPP IV. Da non sottovalutare i costi nettamente più elevati a carico di sulfoniluree e glinidi per i devices di autocontrollo rispetto ai DPP IV. Secondo i dati ARNO appena presentati, tali spese assommano al 7% del costo totale del paziente diabetico, tanto quanto quello dei farmaci antidiabetici. La scelta della terapia farmacologica dovrebbe quindi essere personalizzata e basata sul fenotipo metabolico e sul profilo di rischio renale e cardiovascolare del paziente, in una integrazione che risulti in una ponderata valutazione farmacoeconomica. In questa FAD il focus primario sarà sul paziente con DM II affetto da nefropatia, data l’ampia prevalenza di questa casistica, in particolare nel diabetico oltre i 65 anni di età e con durata di malattia media-elevata. Secondo l’ultima analisi disponibile (annali AMD rene 2011) tali pazienti rappresentano circa il 23% nella fascia 65-74 anni, per arrivare a circa il 40% nella fascia 75-85 anni. Purtroppo una parte significativa (circa il 37%, Annali AMD anziano 2011) di questi sono ancora trattati, contrariamente alle raccomandazioni delle Linee Guida e alle indicazioni delle schede tecniche, con sulfoniluree e glinidi. L’utilizzo di queste ultime risulta addirittura in aumento negli ultimi anni, per un’immagine di safety renale in parte non giustificata. Inoltre non rara è l’evenienza che la metformina e i DPP IV vengano tolti dalla terapia e sostituiti con glinidi o insuline anche quando non c’è un’adeguata giustificazione clinica. Appare quindi importante un lavoro di sistematizzazione e sintesi di questo importante capitolo della patologia diabetica. Grazie alla forma flessibile e alla durata estesa, lo strumento della FAD risponde all’esigenza di raggiungere e formare su queste urgenti tematiche un numero consistente di Specialisti nella regione Lazio.