Il Corso raccoglie la necessità di avviare una riflessione sul mondo del carcere che per quanto percepito come lontano dalla società dei non ristretti, in realtà, non solo ne è parte integrante ma nei giorni della diffusione del Covid-19 e del confinamento generale ha mostrato la sua drammaticità, sfociando in azioni di protesta e vere e proprie rivolte. Nel tentativo di alzare il sipario e di dissolvere la malcelata diffidenza nei confronti della stessa capacità rieducativa della pena, si è inteso proporre un’esperienza formativa in contrasto con l’annosa rimozione del problema della detenzione nel nostro Paese, con l’universalismo di facciata e con il perpetuarsi del paradigma dell’esclusione. La tipologia dei contenuti, l’interdisciplinarietà degli interventi proposti e l’inter-professionalità dei docenti intendono perseguire un’ottica ad ampio raggio, ricca di interconnessioni e rimandi al fine di proporre una formazione il più possibile completa. Il tutto senza tralasciare frammenti di vita vissuta da parte dei detenuti e degli operatori nel corso dell’emergenza epidemiologica che ripropongono con forza la legittima rivendicazione di dignità e diritti. Il Corso è diretto a un pubblico composto da operatori della giustizia, dell’amministrazione penitenziaria, del sociale, della sanità, degli studenti e di quanti sono interessati a vario titolo al mondo della detenzione.