Il regime emergenziale in vigore da gennaio 2020, a fronte dell’esplodere e quindi del graduale (anche se incerto nei tempi e negli esiti) esaurimento della pandemia da COVID-19, ha tra l’altro prodotto un intricato reticolo di interventi normativi, con i quali si è cercato di sopperire alla impellente necessità di elaborare un quadro di regole adeguate alle inedite circostanze che via via si presentavano nei più diversi ambiti di vita e di lavoro.Il corso ripartisce la complessa materia facendo perno su quattro aree di aggregazione problematica, che scaturiscono dalla – e confermano la – natura di “Giano bifronte” tradizionalmente attribuita al diritto alla salute basato sull’art. 32 Cost. Da un lato gli operatori sanitari vengono presi in considerazione come lavoratori particolarmente esposti al rischio di contagio, unanimemente riconosciuto come intrinseco alle loro attività e pienamente ricadente negli schemi posti dal d. lgs. 81/2009, sotto il duplice profilo della posizione di garanzia incombente sui datori di lavoro, dirigenti e preposti del settore e dei diritti dei lavoratori, questi ultimi considerati peraltro nei limiti della loro azionabilità a fronte delle imprescindibili esigenze di soccorso dei pazienti, con possibili ricadute di carattere penale. Le due ulteriori aree tematiche riguardano gli operatori sanitari come prestatori di assistenza in senso lato, e pertanto i profili di colpa medica, di sperimentazione di farmaci off labels, di applicazione dei protocolli di triage nei casi in cui ciò risulta inevitabile, e degli stessi rischi che le strutture sanitarie, se non adeguatamente organizzate, si trasformino in potenti fattori di diffusione epidemica. Docente: dr. Claudio Venturato-Vicepresidente di AIAS Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza