Nella filosofia di un trattamento antidiabetico globale, il concetto di cardio-protezione assume un ruolo chiave diventando per il diabetologo obiettivo e strumento al tempo stesso. Egli dispone infatti di opzioni terapeutiche, quali gli SGLT2 inibitori, che hanno dimostrato di ridurre la morte cardiovascolare abbinando all’efficacia ipoglicemizzante, tutta una serie di effetti ancillari e indipendenti sui diversi fattori di rischio CV. Ma se le raccomandazioni diabetologiche e cardiologiche, sulla base delle evidenze, indirizzano il clinico in maniera univoca a considerare l’impiego di questi nuovi farmaci nei pazienti diabetici con malattia CV o in condizioni di particolare rischio, ancora acerba è l’esperienza del diabetologo nella real life, dove troppo spesso la complessità del paziente e dell’intero contesto organizzativo e amministrativo all’interno del quale il clinico si trova ad operare, ostacolano o ritardano una scelta terapeutica appropriata.