La ricerca della felicità è un tema caro a diversi settori: dalla filosofia alle scienze sociali, dalle neuroscienze alla psicologia del lavoro. Secoli di riflessioni sono approdati, qualche decennio fa, nella psicologia positiva dove studiosi come Martin Seligman hanno messo da parte i costrutti del modello medico per definire e valorizzare ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Allo scopo di rivalutare l’intera esistenza umana sotto una luce più benevola, la psicologia positiva si impegna ad individuare i fattori di protezione che permettono alle persone di affrontare gli eventi sfavorevoli e le sfide quotidiane consentendo loro di sviluppare un funzionamento ottimale, nonostante tutto. Termini come felicità ed ottimismo iniziano dunque a far parte di un vocabolario emotivo più inclusivo rispetto alla psicologia tradizionale, definendo così il passaggio ad una prospettiva salutogenica. Il modello biopsicosociale si arricchisce infatti, nel corso degli ultimi anni, degli studi sui punti di forza e sulle emozioni positive ma anche sui meccanismi relazionali dai quali nascono e si sviluppano gli stili cognitivi ottimisti, il senso di appartenenza e la gratitudine. La psicologia positiva riabilita a tutti gli effetti la necessità di guardare al bello e al buono di cui ogni individuo è portatore, compreso il professionista che impara ad acquisire nuovi strumenti operativi da introdurre nel setting terapeutico improntati all’umorismo, la condivisione del gioco e il sentimento di speranza. Nessun operatore è, in questo grande obiettivo, escluso: il lavoro di integrazione degli aspetti negativi e positivi della vita fa parte di una collaborazione tra psicologi, scuola, famiglia e lavoro. Il cambiamento di prospettiva nasce dunque da una riflessione micro che avviene nella quotidianità del professionista e che si espande a macchia d’olio nei diversi settori di applicazione: dalla necessità di trasmettere strategie positive nel rapporto paziente-medico al ruolo di interprete degli stili di pensiero e comunicazione che caratterizzano le relazioni genitore-figlio prima e alunno-docente poi; dal ruolo di mediatore con le istituzioni per la promozione del benessere psicologico e della qualità di vita di un Paese, alle strategie di management positivo in cui le persone sono centrali nella costruzione di senso e le organizzazioni si focalizzano sulla produzione di bene come veicolo di cambiamento sociale. L’ebook vuole fornire alcuni strumenti operativi e spunti di riflessione utili per promuovere una visione integrata e relativista della psicologia che vada oltre i luoghi comuni del pensiero positivo e della felicità a tutti i costi e dove la crisi è considerata come una opportunità di apprendimento, una visione che può segnare un punto di partenza per chi si avvicina per la prima volta a questo tema e una svolta per il professionista interessato ad approfondire un approccio olistico, interdisciplinare e heart-centered.